Sinopse
La locomozione è l’atto di spostarsi da un posto all’altro cioè la capacità di muoversi, di percorrere lo spazio. L’apprezzamento del c.d. «movimento» – il modo di produrre locomozione da parte del singolo individuo – è uno degli aspetti fondamentali nella valutazione morfofunzionale delle razze canine.
Qualsiasi razza destinata a una funzione operativa dovrebbe possedere un modo di trottare che denoti efficienza rispetto a quella funzione.
Poiché le razze canine hanno funzioni diverse, inclusa quella di piacere alla gente, ci si dovrebbero attendere diversi modi di trottare. L’applicazione di un modo unico di trottare a tutte le razze non ha un fondamento logico.
È ridicolo pensare che tutto ciò che necessita conoscere per giudicare correttamente un soggetto siano i principi del trotto «ideale»; con tale atteggiamento si introduce solo il pericolo di ritrovarsi con soggetti di tutte le razze che tendono al trotto di resistenza (il c.d. «trotto ideale») – anche quando non dovrebbero – alimentando così un progressivo deterioramento delle razze.
Poiché l’efficienza nella locomozione è essenziale per la sopravvivenza degli animali selvaggi ma non per quelli domestici, esiste l’eventualità di proteggere e riprodurre ciò che non durerebbe allo stato selvaggio.
Esistono ora studi più recenti che si fondano su test e misurazioni che hanno corretto molti criteri di giudizio «tradizionali» sul movimento dei cani.
L’intento è quello di evidenziare solo ciò che può essere provato e dimostrarsi funzionalmente corretto per la locomozione, ma non è detto che quello che è funzionalmente corretto sia ciò che vince in esposizione o sia contenuto nello standard.
Poiché sino a tempi recenti non erano disponibili risultati di prove che stabilissero i limiti delle caratteristiche fisiche desiderabili per la locomozione, le affermazioni che troviamo negli scritti in materia di movimento sono delle mere opinioni, non dei fatti.